Identità marchigiana, valorizzazione dell’entroterra e difesa dell’ambiente: sono queste le direttrici che i Gre delle Marche
indicano come prioritarie per un lavoro che arresti la deriva della politica e delle istituzioni.
I Gruppi di Ricerca Ecologica offrono formazione specializzata sia a distanza, sia in presenza di Tutor. Si raccolgono adesioni per la formazione di un Corpo di Guardie Volontarie ambientali.
Di Admin (del 30/01/2012 @ 14:35:49, in News, linkato 1409 volte)
Non ne sappiamo moltodi più ma il video pare promettere un carburante sicuro, di ottimo rendimento, emissioni pari allo zero ed assolutamente non nocive, infinito ...
È un rigassificatore alle porte di Ancona la soluzione al problema di fabbisogno energetico?Indubbiamente la risposta al quesito potrebbe inorgoglire i marchigiani.
Nell’attesa che la disputa tra i due grandi progetti richiamati nel titolo si risolva si è pensato che la soluzione di creare un impianto di rigassificazione a poche miglia, meno di otto, dalla costa potesse essere una buona scelta.
Le intenzioni di chi ha compiuto questa scelta le capiamo e le condivideremmo se non vi fossero alcune considerazioni legate alla sicurezza, in primis, e alla sostenibilità ambientale che ci inducono ad un atteggiamento, quantomeno, prudente.
Non si tratta di una differenza di vedute tra noi ed i tecnici della Regione Marche visto che i pareri dei tecnici sono stati tutti negativi. Prenderemmo distanza, invece, dalle decisioni politiche di detta amministrazione che, non avendo analisi favorevoli da far valere ha pensato bene, di concerto col ministero competente, di bypassare ogni valutazione sia di impatto ambientale, sia di rispetto della incolumità degli abitanti, appellandosi ad una, quanto mai ipotetica “necessità ed urgenza” che – francamente – ci pare a dir poco pretestuosa.
Ciò di cui stiamo parlando è un accordo tra la Regione Marche ed una società dell’Anonima Petroli Italiana (Api Nòva Energia) che prevederebbe la realizzazione di un impianto “off shore” localizzato a metà strada tra Ancona e Falconara Marittima.
Alcuni fattori concorrono al caro energia italico: la decisione (a torto o a ragione, ribadita dai cittadini in ben due referendum) di non ricorrere al nucleare, la scarsissima propensione all'efficienza e la non certa lieve incidenza di fiscalità rendono la bolletta per le famiglie e per le industrie italiane particolarmente gravosa e penalizzante.
Le soluzioni ai problemi hanno un costo che riduce la somma dei benefici prodotti. Lo sappiamo. E vince l’idea che presenta il maggior saldo positivo nell’operazione.
Si tratta, in definitiva, di vedere se sia questo il caso e non ci pare proprio.
Pensiamo, infatti, che non computare alcuni costi alfine di rendere maggiormente positivo il risultato sia un atteggiamento, oltre che truffaldino, anche molto pericoloso e potenzialmente criminale.
Questa volta non si tratta della solita sindrome Nimby. Le istituzioni hanno esagerato con la sottovalutazione dei problemi. Dal punto di vista del bilancio energetico il gioco potrebbe non valere la candela e non è nemmeno certo che l’operazione riesca come nei piani, tant’è vero che una clausola del contratto prevede che la società erogatrice del servizio sia garantita nei suoi ricavi anche nel caso non riuscisse ad erogare tutto il combustibile previsto.
La domanda è: se la Regione non fosse nella compagine societaria avrebbe concesso questo “paracadute”? Vi è sempre l’eventualità di un incidente, nonché, quella remota ma possibile di un atto doloso. Del resto se per queste operazioni è prevista la stipula di contratti di assicurazione con “premi” elevati non si può, poi, sostenere che detti rischi non esistano o che siano probabilisticamente irrilevanti; se hanno degli incidenti le petroliere, chi ha garantito alla giunta Spacca che le metaniere siano esentate da rischi di questo tipo? Questo scenario ci vede molto scettici riguardo la decisione adottata dalla Regione Marche circa la collocazione del rigassificatore. Uno scetticismo che diventa vero e proprio sgomento pensando quale sarebbe l’effetto di un incidente o peggio di un atto di pirateria.
I DISOLEATORI STATICI A COALESCENZA "GAZEBO" monoblocco prefabbricati in C.A.V. vengono realizzati con calcestruzzo confezionato con CEMENTO PORTLAND tipo I 52,5R conforme norma UNI 197-1 avente ALTA RESISTENZA ai SOLFATI (ARS) conforme norma UNI 9156, FIBRORINFORZATO con fibre sintetiche antifessurazione conformi norma UNI 14889-2, avente resistenza a compressione C40/50 (Rck ≥ 500 Kg./cmq.), classi di esposizione XC4, XS2/XD2, XF3, XA2 conformi norma UNI 206-1, dotata di armature interne d’acciaio ad aderenza migliorata tipo B450C controllate in stabilimento, il tutto conforme D.M. 14.01.2008.
Nello specifico questi disoleatori sono dotati di tubazioni interne e relativi raccordi in PVC, setti interni in c.a.v. e sono completi di sfioratore oli galleggianti, comparto oli separati e dispositivo di chiusura automatica ad otturatore a galleggiante in acciaio INOX AISI 304 tarato per liquidi leggeri con filtro a coalescenza asportabile in poliuretano espanso a celle aperte.
MARCATURA CE
secondo le disposizioni della norma UNI EN 858.
CICLO TECNOLOGICO:
Il trattamento di separazione statica consente di ottenere, per gravità, la sedimentazione e la disoleazione delle particelle sospese di peso specifico differente da quello dell'acqua. È una delle operazioni più diffusamente utilizzate nel trattamento delle acque reflue per ottenere un effluente chiarificato. Per un ulteriore affinamento la massa liquida viene fatta defluire attraverso uno speciale filtro adsorbente a coalescenza, utile al trattenimento di quelle piccole tracce di grassi ed oli eventualmente presenti e sfuggite nelle prime fasi di trattamento.
Le sostanze oleose separate vengono raccolte nel comparto interno di accumulo oli. Per una sicura ritenzione delle sostanze oleose sulla tubazione di uscita è inserito un dispositivo di chiusura automatica che, attivato da un determinato livello di liquido leggero accumulato in superficie, chiude lo scarico impedendo la fuoriuscita dell'olio.
DESTINATARI:
Aziende, enti pubblici e privati.
CAMPI DI IMPIEGO:
officine meccaniche, piazzole lavaggio saltuario automezzi, demolitori, stazioni di rifornimento carburanti e comunque in tutte quelle lavorazioni nelle quali vengono utilizzate sostanze oleose (liquidi leggeri).
ACCESSORI:
Rivestimenti specifici superfici interne ed esterne vasca, coperture pedonali/carrabili, chiusini in ghisa sferoidale, sistema automatico rilevamento livello max. oli
Di Admin (del 06/09/2011 @ 11:05:18, in News, linkato 1755 volte)
Un emendamento del senatore Fleres ha salvato il sistema di tracciabilità dei rifiuti sul territorio che pareva essere stato fatto secco dalle manovre precedenti.
Il ministro per l’Ambiente è visibilmente contento: il SISTRI pare riesumato e sarà operativo dai primi del febbraio prossimo.
Il comunicato dal sito del MinAmbiente cita testualmente:
"Un plauso particolare va rivolto al sen. Salvo Fleres, autore dell’emendamento, che con intelligenza e tenacia ha lavorato con successo ad una soluzione positiva, un plauso che va esteso a tutti i componenti della Commissione e tutte le forze politiche per la sensibilità, l’attenzione ed il senso di responsabilità dimostrato in questo delicato passaggio. Sono convinta che, con l’opportuno rodaggio previsto e con gli interventi che si renderanno necessari per andare incontro agli operatori, il Sistri partirà al meglio e si rivelerà un utilissimo strumento per le aziende e per la protezione del territorio."
Tutti contenti quindi? Manco per niente. Le aziende interessate scalpitano e siamo sicuri che da qui al febbraio 2012 si daranno da fare per porre rimedio a quella che pare proprio una bella idea, più che necessaria concepita con i piedi.
Abbastanza fastidiosa anche perché non applicabile ai trasportatori dall’estero come a dire: "è proprio di noi che non ci fidiamo", e così l’intero onere resta un'esclusiva della rete italiana creando non pochi malumori anche se - nella sostanza - è proprio il modo in cui il Sistri è stato concepito che viene contestato con appelli rivolti tanto alla Lega, quanto a Beppe Grillo.
Alcuni commenti:
Cataldo; commento al sito del TgCom:
"Chi ha poco poco dimestichezza con progetti di informatizzazione capisce alla prima pagina che chi lo ha realizzato non ne sa granchè. E non parliamo, per carità di patria, dell’help. Non si sa dove andare a reperire le informazioni di cui si ha bisogno. Difficile da interpretare e difficoltosa la navigazione. La prima regola dell’informatizzazione è quella di non ricalcare il flusso delle procedure cartacee precedenti. Ebbene quello che è stato realizzato è stato il copiare e utilizzare il computer come mera macchina da scrivere. Ma almeno si fosse abolito il cartaceo! Manco quello! Che senso ha avere la chiavetta e poi i dati anche sul profilo nel web.n per poi continuare a conservare le carte per cinque anni! Assurdo!"
Ma il sistema è necessario alla tracciabilità dei rifiuti?
Dallo stesso sito Michele risponde:
"Ben venga un nuovo sistema di tracciabilità, ma se questo deve paralizzare e appesantire in modo non sostenibile l’operatività delle imprese del settore, non credi che possiamo avere il diritto di dirlo? O siamo tutti sporchi padroni ecomafiosi ed evasori, come qualcuno ci sta dipingendo? Il Sistri è una vergogna tutta italiana."
Qualcosa di storto ci dev'essere se è previsto persino un indennizzo per gli operatori gravati da questa ulteriore incombenza ma che non consola affatto i chiamati in causa tanto che dichiarano che ci rinuncerebbero volentieri pur di vederne migliorata la formula.
Staremo a vedere, intanto ribadiamo l'opportunità di un sistema di controllo ma anche la necessità di non gravare ulteriormente sulle attività delle aziende italiane già oberate dalla burocrazia imperante nel paese.
Visitiamo assieme il sito dedicato e proviamo a farcene un'idea: http://www.sistri.it/
Dal nostro corrispondente a Senigallia - L’Asur4, attraverso il suo servizio veterinario garantisce il recupero di randagi in tutta la zona territoriale di Senigallia, quindi anche nei territori dei vari comuni limitrofi.
Tuttavia si è costretti a decidere di subordinare l’intervento ad una esplicita richiesta, a mezzo telefax, da parte dei vigili del comune interessato in quanto accade che alcuni municipi contestino l’intervento - e quindi il pagamento del medesimo - adducendo motivazioni del tipo: “chi ci garantisce che il territorio su cui è avvenuta la cattura sia propriamente il nostro”?
Accade quindi che nelle ore notturne o nei giorni festivi, il randagio segnalato al servizio non possa essere prelevato e resti in potenziale pericolo ed ancor più concretamente un pericolo.
Risulta del tutto evidente la pretestuosità di tale posizione soprattutto in considerazione del fatto che stiamo parlando di pochissimi prelievi l’anno; almeno di quelli sospetti, avvenuti in campagna dove l’operatore addetto alla cattura può capitare che si sbagli.
Inoltre la sentenza della cassazione civile del 25 agosto 2011 dispone: “Il Comune è responsabile per le aggressioni dei cani. Sussiste la violazione del neminem ledere”.
Occorre interpellare i sindaci dei comuni interessati per riconsiderare la questione anche e non incorrere in sacrosante richieste di risarcimento, sempre che il danno sia risarcibile.
Al contempo è necessario invitare i dirigenti dell’Asur4 ad erogare il servizio comunque, confidando - al limite - nella magistratura che non può non riconoscere le motivazioni di necessità ed urgenza e quindi obbligare i comuni refrattari ad occuparsi dei randagi sul loro territorio come espressamente previsto dalla Legge 281/91.
Di Admin (del 02/08/2011 @ 19:21:36, in News, linkato 1782 volte)
Scopri come partecipare...
Sei creativo? Ti stanno a cuore temi quali lo sviluppo sostenibile, il recupero delle tradizioni, la riscoperta del patrimonio rurale, la rivalorizzazione dell'agricoltura locale? Partecipa anche tu al concorso per l'ideazione e la progettazione della campagna pubblicitaria per il progetto “Strada del Latte e dei Formaggi del Parco Agricolo Sud Milano”, lanciato dal FAI nell'ambito dei progetti per EXPO2015.
Si aprono oggi le adesioni al concorso volto a valorizzare il progetto la “Strada del Latte e dei Formaggi del Parco Agricolo Sud Milano” promosso dal FAI in collaborazione con Expo 2015 S.p.A. e CIA Lombardia - Confederazione Italiana Agricoltori. Per partecipare è necessario ideare e sviluppare una proposta creativa atta a comunicare i concetti chiave dell'iniziativa. In particolare, ai partecipanti viene richiesto di individuare un nome forte e memorabile per l'evento e un'idea creativa innovativa declinabile sul mezzo affissione e su altri materiali promozionali (dalla campagna stampa alle locandine, dal Web al merchandising).
L'elaborato sarà considerato completo e selezionato da una giuria di esperti solo se sarà composto almeno dalla proposta di nome e di manifesto. Ma siamo certi che la creatività non ha confini e che riceveremo dei veri e propri pacchetti di comunicazione integrata a 360°.
Con la collaborazione ed il supporto di CIA Lombardia, EXPO 2015, Parco Agricolo Sud Milano, Provincia di Milano.
Si ringraziano per il generoso contributo Agriventure, e Granarolo e Grana Padano.
Se desideri partecipare, puoi scaricare il bando del concorso, e i relativi modello di domanda e allegato I, che spiega in maniera dettagliata le modalità di partecipazione.
Di Admin (del 09/07/2011 @ 23:07:14, in News, linkato 1623 volte)
Il Barilla Center for Food & Nutrition ha presentato uno studio dal titolo davvero suggestivo: " un pianeta migliore per i nostri figli " dal quale emergerebbe che solo l'un per cento dei bambini italiani viene nutrito adeguatamente.
Una realtà sicuramente sconfortante e che meriterebbe la messa in campo di forze adeguate per contrastarla.
La salute pubblica da un lato viene difesa con provvedimenti anche legislativi (un esempio per tutti: la lotta al fumo) e dall'altro è più che quotidianamente compromessa con abitudini killer, almeno, tanto quanto il fumo.
Ce ne occupiamo perché non vi può essere un atteggiamento ecologicamente corretto che si limiti alla differenziazione dei contenitori del cibo che acquistiamo ma anche - e direi soprattutto - alla scelta dello stesso alimento. Sarebbe paradossale, infatti, soffermarsi sullo smaltimento del contenitore e tralasciare del tutto il contenuto.
E' importantissimo impegnarsi affinché l'aria che respiriamo e l'acqua che, invece, beviamo corrispondano agli standard di salubrità che sarebbe giusto avessero; quanto meno di non nocività ma è, certamente, altrettanto ecologicamente significativo che la produzione del cibo non comporti, di per sé, un impatto ambientale insostenibile quanto un insediamente industriale che siamo pronti ad osteggiare.
Diamo uno sguardo a quando affermato dal " Gfn (Global Footprint Network) " che ha calcolato il "costo ecologico" dei consumi alimentari nei paesi cosiddetti "ad alto reddito": in media 60mq/abitante per soddisfare le attuali esigenze alimentari (in Italia siamo parsimoniosi e ci accontentiamo di soli 42).
In buona sostanza il confronto tra un menù a base di proteine animali derivanti dalla carne ed uno vegetariano, entrambi ugualmente rispondenti alle esigenze di una corretta alimentazione, vede un divario del duecentocinquanta per cento . . . indovinate a favore di chi ?
Di Admin (del 18/04/2011 @ 22:13:55, in News, linkato 1777 volte)
Anche volendo prescindere, e non vorremmo, da considerazioni di carattere ambientale e gastronomica (come si possa prescindere da considerezioni di carattere gastronomico parlando di cibo?) resta la questione legata alla salvaguardia della proprioa salute. Aspetto, sicuramente, più importante di qualsiasi altra considerazione.
Da numerose ricerche, infatti, risulta evidente una consistente “contaminazione microbica” che rende inevitabile, quanto meno vivamente consigliabile il risciacquo prima del consumo; e con questo ci siamo giocati anche l'aspetto pratico.
In soccordo del consumatore arriverà l'ennesimo provvedimento legislatico – manca il decreto attuativo – a regolamentare il cosiddetto settore degli ortaggi di “quarta gamma“ con i soliti sorvegliati speciali: l'igiene, la trasparenza e l’ecologicità delle etichette.
Questo l'intervento, a tal proposito del ministro alle Politiche agricole, Saverio Romano:
"Abbiamo approvato una legge che migliorerà le garanzie igienico-sanitarie e l’informazione dei consumatori in un settore centrale per l’agroalimentare italiano, colmando un vuoto legislativo che lasciava troppi margini di discrezionalità." ... che il vuoto di buon senso non si puà regolamentare "ope legis".
Assicurazioni circa la igienicità e la correttezza delle operazioni sia di coltivazione, sia di confezionamento vengono date anche dla dr. Stirparo dell'Associazione Italiana Industrie Prodotti Alimentari (Confindustria) che garantisce il doppio lavaggio industriale e a un trattamento di decontaminazione - per ciò che attiene alla sicurezza igienica - nonché, sul piando di eventuali agenti contaminanti, l'adozione di metodi di coltivazione a lotta integrata che dovrebbero ridurre al minimo i rischi derivanti da pesticidi da sintesi chimica.
Certo però che il costo "ambientale" derivante da confezionamento e trasporto, a nostro avviso, compensano in gran misura - negativamente - gli eventuali benefici di cui si parla e "last but not least" resta l'aspetto legato al gusto che, a quanto pare, a tavola sia diventato un aspetto trascurabile. A quello ci pensano, eventualmente, salse e condimenti varii che si possono trovare - comodamente - sullo scaffale di fronte a quello delle insalate nel profilattico.
A casa nostra, perdonerete, ma continuiamo a preferire il cespo d'insalata preso dall'ortolano quando non possiamo coltivarlo in casa.
Guardate chi è passato davanti alla telecamera… è Selana, la lupa a cui tre settimane fa è stato applicato il collare satellitare. Si è subito ricongiunta al suo nucleo famigliare!!
I Gre delle Marche: Sezione marchigiana dei "Gruppi di Ricerca Ecologica" - Associazione ambientalista a carattere nazionale, riconosciuta dal Ministero dell'Ambiente, ai sensi dell'art.13 della Legge n. 349/86.
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