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South Stream o Nabucco? Falconara Marittima
Di Admin (del 17/12/2011 @ 08:55:48, in la Città della Canapa, linkato 2281 volte)

 È un rigassificatore alle porte di Ancona la soluzione al problema di fabbisogno energetico?Indubbiamente la risposta al quesito potrebbe inorgoglire i marchigiani.

Nell’attesa che la disputa tra i due grandi progetti richiamati nel titolo si risolva si è pensato che la soluzione di creare un impianto di rigassificazione a poche miglia, meno di otto, dalla costa potesse essere una buona scelta.
 
Le intenzioni di chi ha compiuto questa scelta le capiamo e le condivideremmo se non vi fossero alcune considerazioni legate alla sicurezza, in primis, e alla  sostenibilità ambientale che ci inducono ad un atteggiamento, quantomeno, prudente.
 
Non si tratta di una differenza di vedute tra noi ed i tecnici della Regione Marche visto che i pareri dei tecnici sono stati tutti negativi. Prenderemmo distanza, invece, dalle decisioni politiche di detta amministrazione che, non avendo analisi favorevoli da far valere ha pensato bene, di concerto col ministero competente, di bypassare ogni valutazione sia di impatto ambientale, sia di rispetto della incolumità degli abitanti, appellandosi ad una, quanto mai ipotetica “necessità ed urgenza” che – francamente – ci pare a dir poco pretestuosa.
 
Ciò di cui stiamo parlando è un accordo tra la Regione Marche ed una società dell’Anonima Petroli Italiana (Api Nòva Energia) che prevederebbe la realizzazione di un impianto “off shore” localizzato a metà strada tra Ancona e Falconara Marittima.
 
Alcuni fattori concorrono al caro energia italico: la decisione (a torto o a ragione, ribadita dai cittadini in ben due referendum) di non ricorrere al nucleare, la scarsissima propensione all'efficienza e la non certa lieve incidenza di fiscalità rendono la bolletta per le famiglie e per le industrie italiane particolarmente gravosa e penalizzante.
Le soluzioni ai problemi hanno un costo che riduce la somma dei benefici prodotti. Lo sappiamo. E vince l’idea che presenta il maggior saldo positivo nell’operazione. 
 
Si tratta, in definitiva, di vedere se sia questo il caso e non ci pare proprio. 
Pensiamo, infatti, che non computare alcuni costi alfine di rendere maggiormente positivo il risultato sia un atteggiamento, oltre che truffaldino, anche molto pericoloso e potenzialmente criminale.
 
Questa volta non si tratta della solita sindrome Nimby. Le istituzioni hanno esagerato con la sottovalutazione dei problemi. Dal punto di vista del bilancio energetico il gioco potrebbe non valere la candela e non è nemmeno certo che l’operazione riesca come nei piani, tant’è vero che una clausola del contratto prevede che la società erogatrice del servizio sia garantita nei suoi ricavi anche nel caso non riuscisse ad erogare tutto il combustibile previsto.
 
La domanda è: se la Regione non fosse nella compagine societaria avrebbe concesso questo “paracadute”? Vi è sempre l’eventualità di un incidente, nonché, quella remota ma possibile di un atto doloso. Del resto se per queste operazioni è prevista la stipula di contratti di assicurazione con “premi” elevati non si può, poi, sostenere che detti rischi non esistano o che siano probabilisticamente irrilevanti; se hanno degli incidenti le petroliere, chi ha garantito alla giunta Spacca che le metaniere siano esentate da rischi di questo tipo? Questo scenario ci vede molto scettici riguardo la decisione adottata dalla Regione Marche circa la collocazione del rigassificatore. Uno scetticismo che diventa vero e proprio sgomento pensando quale sarebbe l’effetto di un incidente o peggio di un atto di pirateria.
da il Futurista Marche dicembre 2011