Identità marchigiana, valorizzazione dell’entroterra e difesa dell’ambiente: sono queste le direttrici che i Gre delle Marche
indicano come prioritarie per un lavoro che arresti la deriva della politica e delle istituzioni.
I Gruppi di Ricerca Ecologica offrono formazione specializzata sia a distanza, sia in presenza di Tutor. Si raccolgono adesioni per la formazione di un Corpo di Guardie Volontarie ambientali.
Di Admin (del 20/11/2014 @ 18:35:46, in News, linkato 1288 volte)
Ovviamente, dal punta vista umano queste cose gridano vendetta ma la richiesta di cancellazione della condanna è stata avvallata anche dal Procuratore Generale in quanto: "... Non essendo stati contestati gli omicidi, non si può legare il disastro ambientale è alle vittime - aveva spiegato il pg -, il disastro è prescritto per la chiusura degli stabilimenti nell’86 e pertanto la condanna va annullata".
Questo quanto affermato dal Pg Iacoviello e resta la domanda: perché Guariniello, non aveva legato la morte agli eventi contestati e che son valsi la condanna in primo grado a diciotto anni e novanta milioni di risarcimento?
Ad ogni modo, un'altra pessima figura della magistratura italiana. Tutti grideranno contro la sentenza di cancellazione della condanna - ed è comprensibile - però i processi vanno istruiti per bene, non solo per ottenere la condanna in primo grado, magari sull'onda di spinte emotive, poi cancellate in Cassazione, soprattutto oggi che hanno abolito il Senato elettivo e pure alla Camera non è facilissimo l'accesso per il magistrato inconcludente.
Di Admin (del 29/11/2014 @ 19:23:29, in News, linkato 2205 volte)
Pubblichiamo qui di seguito il comunicato stampa di Barbara Giuliani di Fapi Marche, che, insieme a Sativa Molise e al Consorzio Agrario di Gubbio e all’associazione Canapa Tuscia ha partecipato alle audizioni presso la Camera dei Deputati per la nuova legge che disciplinerà la canapa industriale italiana.
Massimo Guido Conte e Valerio Zucchini, in rappresentanza di Fapi, assieme agli amici di Sativa Molise col validissimo contributo dei rappresentati del Consorzio Agrario di Gubbio, hanno detto – ci pare abbastanza chiaramente – che la coltivazione della Canapa è – essenzialmente – un fatto agricolo e che occorre favorire la possibilità di lavorare senza inutili vincoli, per di più fortemente discriminanti. Nella mattinata, Conte e Zucchini, hanno presentato alla segreteria del Mipaaf le ragioni delle loro posizioni e crediamo di poter affermare che quell’impianto legislativo, così com’era stato concepito, non dovrebbe approdare da nessuna parte.
Fapi, oltre ad illustrare i motivi di perplessità e contrarietà all’impostazione dei diversi progetti di legge ha anche affermato di essere disponibile a collaborare per la definizione di un disegno normativo, davvero, a favore dello sviluppo della coltivazione e lavorazione della Canapa in Italia. Complimenti a Rosario Scotto per l’accorata esposizione dei problemi degli agricoltori ed agli amici umbri i quali hanno dimostrata in nuce la fattibiltà di quei progetti che anche noi, assieme agli amici de I Gre delle Marche abbiamo cercato di concretizzare ma con minore fortuna.
Sicuramente il loro esempio e, speriamo la loro collaborazione, ci aiuterà nella prosecuzione del progetto. Dall’audizione è emerso con chiarezza, ed in modo unanime, che la legislazione sulla Canapa dovrebbe essere ispirata al principio secondo cui tutto debba essere possibile tranne ciò che è vietato e non il contrario, ovvero che tutto sia vietato tranne ciò che è espressamente consentito e conseguentemente normato e che la cosiddetta filiera del tessile, in Italia, non può essere riesumata per legge e che le possibilità di sviluppo della filiera si trovano altrove: alimentare, nutraceutico, chimico, edilizio…
Di seguito il testo completo della relazione lasciata agli atti della Commissione
L’agricoltura italiana è perfettamente in sintonia col resto del Paese: soffre. Vi sarebbe molto da fare ed in fretta. La questione, però, è che tutto ciò che si dovrebbe fare sarebbe, in qualche modo, rivoluzionario e questo, si sa, non è affatto facile in Italia. Innanzitutto occorrerebbe accorciare la filiera. Un proponimento da tutti evocato ma difficilmente realizzabile.
Non vivendo in un regime di socialismo reale, la filiera non si può accorciare con un Decreto Legge. Occorre realizzarla attraverso la costituzione di reti di imprese, consorzi, cooperative e qualsiasi altro strumento utile a rendere tutti gli attori, protagonisti dell’intero film e non semplici comparse.
Spesso, però, chi propone l’attuazione di nuovi scenari si trova di fronte un muro di gomma alzato da chi, preferisce l’assetto attuale non comprendendo – forse – che è proprio il perpetuarsi di queste dinamiche a rendere l’agricoltore del tutto simile ad una bestia da soma al quale garantire – si fa per dire – esclusivamente in necessario alla sopravvivenza. Sospinti, forse, dal rinnovamento generazionale avvenuto in altri campi, anche in agricoltura molti giovani stanno cercando di re-interpretare le condizioni di gestione dell’ambito agricolo.
Ed è principalmente ad essi che Fapi rivolge la sua azione di assistenza, nel tentativo, anche di superare le divisioni talvolta campanilistiche, talvolta dettate dall’orgoglio personale di chi ritiene possa esservi un diritto di primogenitura della riscoperta della coltivazione della Canapa.
Alcuni tentativi si vedono all’orizzonte e molti di questi riguardano la coltivazione della Canapa che, in effetti, rappresenterebbe una formidabile occasione di sviluppo in grado di riequilibrare significativamente la bilancia dei pagamenti relativi alle esportazioni, oltre ad eliminare qualche tonnellata di pesticidi dai terreni e fornire impulso ad un indotto che è tutto da costruire e che potrebbe attingere anche ad assetts dismessi operando una proficua operazione di recupero.
A proposito dell’indotto, ad esser onesti, più che da costruire, sarebbe ancora da progettare e per farlo occorrerà sgomberare il campo dalle troppe approssimazioni dei tanti Guru della Canapa che si potrebbero rivelare più dannosi dei detrattori; soprattutto, servirebbe una visione marketing oriented al posto di quella, tutta product oriented di coloro che vorrebbero adattare la pianta della Cannabis Sativa agli impianti industriali, senza comprendere che il mercato non compra ciò che gli proponi per fare un favore al produttore ma è questi che deve capire cosa serva al mercato e proporlo con un rapporto qualità/prezzo conveniente.
In assenza di valutazioni corrette, le inevitabili delusioni degli agricoltore potrebbero ri-seppellire la coltivazione della Sativa per altri sessant’anni o, addirittura, definitivamente. La coltivazione della Canapa sarebbe in grado di rivitalizzare, oltre al comparto agricolo, almeno una mezza dozzina di altri ambiti in cui troverebbe applicazione la mitica piantina che tanto divide e fa discutere. Dall’edilizia all’agroalimentare, dall’automotive al tessile, passando per l’industria nutraceutica, cosmetica e farmaceutica.
Qualcuno parla di boom della coltivazione della Canapa e cita dati che, relativamente presi, sarebbero anche significativi (+150%) ma che tradotti in valori assoluti lasciano a dir poco perplessi. Il totale è meno di un decimo dei cugini d’Oltralpe e la media Ettari/Aziende produce un ben misero risultato: meno di tre Ettari per azienda.
L’eccessiva frammentazione si estende su tutto il territorio nazionale rendendo impossibile qualsiasi speranza di poter far sorgere centri completi per la lavorazione e trasformazione del prodotto finito appetibile sui mercati e soprattutto per quanto riguarda la fibra e i canapuli derivanti dalla lavorazione del fusto della pianta. Parliamo, ovviamente, di impianti con qualche speranza di sopravvivenza autonoma in grado di andare oltre il ciclo di vita garantito da sovvenzioni e sussidi.
Certo che se, invece, ci riferissimo a stabilimenti pagati dal pubblico (statale o europeo non cambia) che dopo due anni vengono chiusi, allora la musica cambia ma non è certo una melodia che ci possa piacere. Di cattedrali nel deserto lasciate marcire per tutta l’Italia, il Gabibbo ci ha fornito amplissima documentazione; senza contare, poi, che in questo caso sarebbero al più delle Parrocchiette nel deserto.
La Canapa potrebbe rispondere ad alcune esigenze del comparto agricolo ma a condizione che – realisticamente ed onestamente – si affronti la questione per quella che è, senza malcelati tentativi di arricchimento dovuti non alla lavorazione del prodotto ma alla mera realizzazione degli stabilimenti nei quali dovrebbe, forse un giorno, avvenire.
Da ciò consegue che, nell’attesa che il Parlamento vari Leggi – o adegui quelle esistenti – che consentano la coltivazione della Canapa in forma industriale, per un settore (il tessile) praticamente inesistente, si possa puntare sull’impiego dei semi, almeno, per scopi alimentari e cosmetici. Gli impianti per il trattamento dei semi, infatti, hanno già una discreta diffusione sul territorio nazionale e sono alla portata degli imprenditori.
Secondo il parere di tecnici sicuramente qualificati e dati alla mano, è vera insensatezza proporre di investire considerevoli scorte di danaro da destinare alla produzione, o ammodernamento, di impianti per la separazione della fibra dal canapulo. Fapi mette in guardia gli organi competenti dall’imbarcarsi in avventure che, domani, sicuramente porterebbero all’ennesimo fallimento con sperpero di ingenti somme di danaro.
Dobbiamo lavorare tutti per costruire un trampolino di lancio ed evitare, invece, di scavare la fossa alla Canapa la quale dopo sessant’anni di ostracismo interessato da parte dei produttori di fibre sintetiche, non merita certo la pessima nomea che potrebbe scaturire da avventuristiche esperienze dettate, quando va bene, dalla volontà auto-celebrativa di coloro i quali, innamorati della Canapa, fingono di non vederne gli aspetti difficoltosi della sua coltivazione.
Certo che si può andare sulla Luna ma non leggendo i romanzi di Jules Verne. Qualificatissime agenzie, una tra tutte la Coldiretti recentemente a Cernobbio, diffondono dati che, qualora fossero veri, certo non supporterebbero le conclusioni a cui, a forza, si vuole giungere.
Dati, tra l’altro, assolutamente privi di quei ragionamenti di natura tecnico-scientifica necessaria per passare dal sogno alla realtà. Dati sciorinati a supporto di tesi che necessiterebbero di analisi serie e qualificate. Non si contestano i numeri ma il fatto che essi rappresentino un boom.
Come associazione di categoria, come soggetto attento all’ambiente ma, prima ancora, come contribuenti di quel danaro che si chiede venga speso, lanciamo un allarme con valore di diffida: attenti a non sprecare gli ultimi spiccioli e soprattutto gli ultimi scampoli di tempo e fiducia degli agricoltori.
Moralmente non è mai stato accettabile lo spreco di danari pubblici ma oggi non ce lo possiamo nemmeno più permettere.
Di Admin (del 04/12/2014 @ 23:07:56, in News, linkato 1859 volte)
Domenica 14 dicembre, ad Ascoli, Fapi, in collaborazione con I Gre per la reintroduzione della Canapa nell'agricoltura delle Marche, con gli agricoltori, gli artigiani ed i commercianti per diffondere la cultura della Canapa nell'alimentazione.
Lo scopo dell'evento, infatti, è quelli di fornire informazioni utili per una coltivazione fruttuosa.
Anche gli altri, possibili, ambiti di impiego della Cannabis Sativa, saranno oggetto dell'incontro per creare un gruppo di interesse e soprattutto, di lavoro per favorire la nascita delle necessarie filiere.
Un evento rivolto quindi non solo agli agricoltori, ma a tutti gli interessati nei diversi settori, dall'industriale al commerciale, dalla ristorazione all'artigianato.
Sabato 13 e domenica 14 dicembre si è tenuta Ascoli Piceno la due giorni dedicata alla Canapa organizzata daFapi Piceno e dall'associazione IL CAMMINO.
Nell'arco delle due giornate è stata allestita un'installazione pubblica presso la sala Cola D'Amatrice che documentava la presenza consolidata e strutturata nel territorio della coltura e della cultura della Canapa, ancora viva nella memoria di chi, come Amerigo Rasicci lo testimonia sia con il libro La canapa in Val Vibrata sia col suo Museo della Civiltà Contadina.
L'attenzione di un folto pubblico, però, si è concentrata nella giornata di domenica presso laSala Docens dove si è tenuta, sotto la conduzione di Fabio Pierantozzi, la conferenza sulla Canapa che aveva un duplice obiettivo:
informare sulle modalità e sulle reali prospettive di coltura e di filiera
di facilitare la conoscenza tra i vari attori in campo, nell'auspicio che una convergenza di intenti e prospettive possa facilitare un ritorno a questa coltura vantaggioso per tutti.
Nella parte riservata agli imprenditori locali che già operano nel settore, sono intervenuti:
Daniele Re della Cooperativa Humus
Alessandro PalumboHemp Farm
Nazzareno Tortu, imprenditore edile che utilizza la Canapa.
Nel pomeriggio sul palco si sono avvicendati professionisti del settore che hanno illustrato glia spetti relativi
alla reperibilità delle sementi
ai problemi relativi alla coltivazione
la raccolta
e trasformazione.
Grande risalto è stato dato all’importanza delle filiere di impresa attivabili e su questo punto si è attivata la discussione col pubblico in sala.
Pietro Paolo Crocetta, Eletta Campana, ha detto chiaramente che è ora di finirla con l’approccio hobbistico che ancora caratterizza l’azione di alcuni attori nazionali, ed ha ribadita la disponibilità del suo gruppo a collaborare su progetti locali di coltivazione e di impresa, anche in accordo con la stessa Fapi che si candida a rappresentare gli operatori del settore della zona Marcello Scarcella, agronomo del Cra, ha tenuto una dettagliata relazione sulle modalità di coltivazione della Canapa nei climi caldi, evidenziando una naturale propensione del nostro territorio alla coltivazione della Canapa. Enrico De Dominicis, BioIndustrie, ha presentato il progetto industriale dell'impianto di prima trasformazione delle fibre che sorgerà in vallata già nel prossimo anno e che si porrà come importante snodo tra i produttori e tutte le filiere industriali del no-food.
Massimo Guido Conte, Fapi, invece ha illustrate le caratteristiche della Canapa in campo alimentare presentando – tra l’altro – la fase avanzata di studio della Canapa anche nel campo degli integratori alimentari, tramite un accordo con un’importante azienda del nord Europa, leader nel settore.
La pausa per il pranzo è stata, ovviamente, in tema e lo chef Donato D’Aurizio (Cereali -Centre for the Research in the Alimentary field) ha in un’improvvisata cucina da campo, preparato un piatto di pasta alla Canapa offerto ai presenti. Sempre per conto di Fapi,Federazione Agricoltori Piccole Imprese Valerio Zucchini – ritenuto tra i tecnici più autorevoli in Italia nella progettazione e produzione di impianti per la lavorazione delle fibre - ha illustrato la storia della Canapa e dei macchinari usati nella lavorazione agricola ed industriale giungendo alle attuali possibilità di produzione.
Nel suo intervento è stato dato anche agli aspetti economici e commerciali fornendo sati significatici circa
le richieste del mercato
i competitors internazionali
le rese per ettaro e per settore di impiego
giungendo a scoprire, nella loro cruda evidenza, tutti i punti critici che le varie figure imprenditoriali si trovano a dover affrontare ai vari livelli.
La serata si è conclusa con un folto gruppo di pubblico che si è intrattenuto con i relatori, in un clima di grande cordialità caratterizzato da scambio di biglietti da visita e ben auspicanti strette di mano.
Un sentito ringraziamento al Consorzio Universitario Piceno per l'uso delle strutture, a I Gredelle Marche da anni impegnati per la diffusione della Canapa nella nostra regione e ad Antonello Pala e AlessandroOttavi per le registrazioni video.
L’iniziativa, collegata all’opera teatrale di Samuel Beckett quanto meno dalla curiosa assonanza e dalla circostanza temporale dell’attesa possiede, in realtà, molti più spunti di comunanza di quanti non se ne potrebbero supporre.
Spunti che ci piacerebbe trattare nel corso dell’iniziativa stessa che, auspichiamo, vi troverà d’accordo nell’opportunità di realizzare.
Cosa sia Expo Milano 2015 è cosa più che nota ma alcune considerazioni faremo ugualmente, soprattutto, soffermandoci sul titolo che è, a dir poco, sorprendente per la forma apparentemente sovversiva ma con una carica restauratrice e, quindi, rivoluzionaria: Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita.
Sovversiva perché, da che mondo è mondo, si è sempre detto – perché così era – che fosse il Pianeta a nutrire tutti gli esseri viventi che vi vivevano. Tra questi, ovviamente, anche l’Uomo.
Proprio quest’ultimo, però, ha esagerato nel sottrarre risorse al Pianeta, che pure è in grado di rigenerarle ma entro una certa misura, creando le pre-condizioni per dover correre ai ripari, appunto, avvertendo la necessità di nutrire la Terra.
Restauratrice e rivoluzionaria perché, in questo modo si cerca di ri-creare le condizioni che possano consentire al Pianeta di continuare a nutrire tutti.
È – finalmente – la corretta interpretazione di quel Do ut des spesso frainteso e riportato all’originario: do affinché tu possa dare Expo Milano 2015, quindi è un appuntamento importantissimo che speriamo sortisca l’effetto desiderato che, in questo caso, è anche indispensabile.
Certo che lo spazio dato alle multinazionali del cibo, responsabili in prima persona dello sfruttamento intensivo delle risorse del Pianeta, suolo e acqua principalmente ma anche aria, dato il carico insostenibile di CO2 immesso in atmosfera dalle pratiche rispondenti – forse – alle leggi dell’economia ma, sicuramente, non a quelle dell’ecologia.
A ciò aggiungiamo anche la massiva sottrazione di esseri viventi dai nostri mari, l’impoverimento dei terreni sfruttati da coltivazioni intensive e il contestuale avvelenamento degli stessi con pesticidi e fitofarmaci che – fatalmente – se non finiscono nell’organismo dei consumatori avvelenano le falde acquifere.
Ecco perché è importante l’Expo 2015; per ciò che realmente potrà fare dando impulso alle attività di riparazione e, anche, perché offre l’occasione per riflettere sul nostro vecchio modello di sviluppo che, divenuto insostenibile chiede, assolutamente, un suo ripensamento.
Nella nostra azione, spesso affiancati da altre associazioni come in questo caso Confluenze e Gruppi di Ricerca Ecologica delle Marche, abbiamo messo a punto alcuni prodotti utili allo scopo, quanto meno su un piano di impegno che porti a maggiori riflessioni sul piano della collettività in modo che si possa, in qualche modo, cercare di influire sulle scelte dell’industria che, è bene ricordarlo, non inventa mai prodotti attraverso i quali mutare le abitudini dei consumatori ma, al contrario, basandosi sull’analisi del comportamento di questi ultimi, crea soluzioni che si ritiene possano essere facilmente vendute.
Servono, però, consumatori consapevoli come noi vorremmo tentare di esserlo.
Per fare ciò, avremmo pensato di allestire una serie di appuntamenti gastronomici in cui presenteremmo l’Italia attraverso una carrellata di pietanze regionali.
Dulcis in fundo, quasi fosse il dessert, verranno illustrate le portate servite, spiegate anche attraverso aneddoti e riferimenti culturali con le regioni di origine e le vicissitudini storiche che spesso hanno dato vita alla cucina regionale italiana.
Non è un caso infatti che le regioni di confine presentino una maggiore varietà di interpretazioni delle medesime materie prime, grazie a quelle che possiamo chiamare benefiche contaminazioni.
Un bel momento fatto di convivialità, anche culturale, che soddisfi anche la curiosità intellettuale. Un’operazione che svolgiamo, ovviamente, in misura minore di quella alimentare ma che sappiamo essere, comunque, molto importante.
Di Admin (del 08/03/2015 @ 17:40:25, in News, linkato 1950 volte)
Egregio avvocato Balocco,
comprendo il suo stato d'animo per il torto ricevuto, come associazione, per non essere stati accolti e, per di più, per non essere nemmeno stati avvertiti e le sono solidale.
Ciò che non capisco però, è lo sfogo su "il Fatto Quotidiano" in cui non lamenta solo la incomprensibile - a suo dire - esclusione dal novero della associazioni riconosciute in base all'art. 13 della L. 349/1986 ma, del tutto arbitrariamente ed assai poco elegantemente, nomina alcune associazioni (invece comrpese nell'elenco) indicandole, surrettiziamente, come indegne del riconoscimento loro attribuito.
Ora, è dai tempi delle elementari che provo pena per coloro che anziché rivendicare un diritto lamentavano il fatto che altri potessero avere qualcosa ad essi negato.
Talvolta si trattava di vera ingiustizia; spesso, invece, la motivazione c'era ed era lampante a tutti - tranne al lamentoso di turno - ma sempre, e ripeto sempre, era stucchevole l'espressione del rompicoglioni che, forse non avendo altri argomenti, esordiva dicendo: " a lui sì ed a me no"
Sia chiaro, a noi non toglie né aggiunge nulla il senso del suo articolo ma notare il conformismo per cui "grande e famoso è meglio che piccolo è poco noto" lascia basiti. Secondo lei Mc Donald's è meglio della gastronomia Paola, per il sol fatto di essere universalmente conosciuta?
Non le avrei nemmeno risposto se non ci avesse citati, per di più, avanzando l'ipotesi che l'essere inclusi nell'elenco del Minambiente potrebbe essere il risultato di non meglio identificati "santi in Paradiso".
Tenendo molto, invece, alla assoluta autonomia teniamo a precisare che nessun aureolato si sia mai interessanto alla nostra sigla. A meno che, invece, non si riferisse ai suoi superamici supereroi arcinoti fighi e famosi "Wwf, Legambiente e italia Nostra ...."
In quel caso avrebbe sicuramente ragione. Lì i santi ci sono e si vedono; di buono c'è, però, che noi non siamo invidiosi. Noi, no. Noi.
"Confluenze" "Il Paese delle Mille Danze" e I Gre delle Marche sono liete di invitarvi ad una serata con Musica e Pietanze provenzali.
Musica dal vivo, canti e danze del duo AlBalFolk preceduta da una cena in stile Occitano.
Programma:
ore 20.00 cena
Menù:
Melanzane Aubergine alla Provenzale,
Crema del Pescato con Crostini, (Bourride de Morue)
Branda Cujòn (Brandade de Morue) ...
ore 21.30 inizio concerto con il duo AlBalFolk
(Luca Cannarella organetto e Walter la Mattina chitarra).
Quota partecipazione:
Cena + Ballo 10 euro bevande incluse (prenotazione obbligatoria al 3395915556 o sul sito www.confluenze.eu)
Ingresso riservato ai soci di Confluenze e del Paese delle Mille Danze e de I Gre delle Marche
Di Admin (del 15/04/2015 @ 22:34:36, in News, linkato 1943 volte)
I Gre delle Marche, Cereali, Associazione Confluenze Senigallia Coop.va Montebello (fondata da Gino Girolomoni), Mondo Solidale, assieme per una serata di "profesta" per rivalutare i prodotti del nostro Territorio.
Menù Legumi e Cereali ma non solo ...
- Frittatina di Ceci con Insalata Russa 100% Vegan - CousCous e "Cappole" dell'Adriatico - la Pasta con i Fagioli e Moscioli di Portonovo - La Crostata di Ricotta Vaccina con Farro
Infine "4x70 in Concerto"
Costo di cena - bevande incluse - e concerto solo 12 Euro
Prenotazione al 3398998004 (Barbara) - 3406410766 (Massimo)
Di Admin (del 11/05/2015 @ 22:23:14, in News, linkato 2112 volte)
Anche quest'anno I Gre delle Marche, parteciperanno alla rassegna IndicaSativa TRADE 2015, a Bologna dal cinque al sette giugno.
Quest'anno l'azione sarà focalizzata sulla proposta fatta al comune di Monsano (Ancona) per la costituzione di due De.Co. con prodotti a base di Canapa.
La lungimiranza dell'amministrazione comunale di Monsano, guidata dal sindaco Roberto Campelli, ci consente di realizzare il primo prodotto a base di Canapa con una Denominazione che caratterizza il Territorio di provenienza con la duplice valenza sinergica tra il Territorio che adotta la Canapa facendola entrare nel novero dei prodotti che meriteranno il riconoscimento di "tipicità" e la Canapa che caratterizza quel Territorio come attento alle esigenze ecologiche, alimentari e di sviluppo.
l'idea è quella di realizzare "il Borgo della Canapa" ovvero un luogo in cui la Canapa si radica dando vita ad una serie di iniziative produttive e commerciali tese a caratterizzarne l'economia.
Partendo dall'alimentare, quindi, tutta una serie di attività culturali, produttive, commerciali, prenderanno spunto dallo studio della Canapa e delle sue potenzialità, cercando di ospitare quante più iniziative possibile attingendo, ovviamente, anche da altre realtà marchigiane che troveranno - a Monsano - l'ospitalità che si riserva agli amici.
In quest'opera di affiancamento agli amici di Monsano, dove vive ed opera il nostro Claudio Marini, ci avvaliamo anche della collaborazione di Confie Marche: un'associazione datoriale in grado di assistere gli operatori economici nell'ambito delle necessità che possono avere nella loro attività produttive e distributive.
Un'azione che si svolge, ovviamente, in un'ottica di sussidiarità a complemento delle azioni eventualmente svolte da altre associazioni con un'azione partecipativa non esclusiva.
A Bologna porteremo tutto questo e qualcosina ancora. Venire per credere. Lo stand de I Gre delle Marche è il contrassegnato A11.
Per informazioni, adesioni, contributi di idee, ecc. potete scrivere direttamente dal sito, oppure all'indirizzo info@igredellemarche.org ;
Guardate chi è passato davanti alla telecamera… è Selana, la lupa a cui tre settimane fa è stato applicato il collare satellitare. Si è subito ricongiunta al suo nucleo famigliare!!
I Gre delle Marche: Sezione marchigiana dei "Gruppi di Ricerca Ecologica" - Associazione ambientalista a carattere nazionale, riconosciuta dal Ministero dell'Ambiente, ai sensi dell'art.13 della Legge n. 349/86.
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