Abbiamo ricevuto delle riflessioni dal consulente Dott. Emanuele Quercetti, sul Gestore unico dopo l’approvazione nel consiglio comunale di Ancona, ed alcune assemblea dell’ATA sul punto. Nel cercare di comprendere come il panorama della gestione e raccolta dei rifiuti stia cambiando, tra normative comunitarie e nazionali, enti di Gestore, Tariffe più corrette e precise per chi esegue una buona differenziata (tariffa puntuale), noi del GRE Marche vogliamo essere pronti ad affrontare questo argomento spinoso, economicamente importante, ma soprattutto ecologicamente impattante sulle future generazioni. Per noi il tema dei rifiuti, non è solo importante, ma evidentemente necessario da affrontare a 360 gradi, ed è per questo che chiediamo ai Comuni ed a tutte le istituzioni coinvolte a tutti i livelli di conoscere e comprendere se questo Gestore unico, questi investimenti (senza impianti di riciclaggio) siano corretti e non implichino danni all’ambiente (tipo inquinamento atmosferico con i gas di scarico per trasportare il rifiuto differenziato da una parte all’altra del pianeta). Un’occhio attento e vigile da parte di noi associazioni ambientaliste , anche su queste tematiche, sarà baluardo per un futuro migliore. Ecco quanto ci scrive Quercetti.
Riflessioni al progetto del gestore unico ATA2 Ancona
A cura di Emanuele Quercetti
Premessa
L’ambiente e l’ecologia sono temi che riguardano il futuro di tutti e per i quali ognuno di noi è tenuto a confrontarsi, essere informato e coinvolto.
Il presente articolo ha lo scopo di condividere con i lettori le informazioni e, con esse, fare tutte le riflessioni necessarie per quanto sta accadendo sulla scelta di un gestore unico per i servizi di raccolta dei rifiuti per tutta la provincia di Ancona.
Si ribadisce che quanto sotto riportato riguarda solo il progetto deliberato e non il gestore unico in quanto tale (personalmente l’ho sempre consigliato caldamente, fin dal 2012, in tutti i seminari che ho tenuto sull’argomento) o sulla forma giuridica dell’IN HOUSE PROVIDING.
Prima riflessione: la forma giuridica del gestore unico
Attualmente nella provincia di Ancona (47 Comuni e 417.225 abitanti nel 2019) operano 6 gestori di raccolta e trasporto rifiuti: AnconaAmbiente; Jesiservizi; CIS; Astea; Marche Multiservizi e RIECO. Le prime 4 sono interamente pubbliche, Marche Multiservizi è una società mista (58,62% pubblica e 47,32% privata), mentre RIECO è interamente privata.
Nel gennaio 2022 l’Ente pubblico responsabile del governo e della pianificazione strategica dei rifiuti per la provincia di Ancona, denominato ATA2, la cui assemblea è composta da tutti i Sindaci della provincia, decide di bandire una gara per la scelta del gestore unico. Le motivazioni della scelta vanno ricercate, credo, nel perseguimento dei criteri di efficientamento ambientale ed economico .
L’ATA2 decide di affidare direttamente ad un nuovo gestore, quest’ultimo non ancora effettivamente costituito (infatti ad oggi si chiama ancora NewCo, probabilmente si chiamerà CORUM), con la formula del “IN HOUSE PROVIDING”. Il progetto è stato presentato da VIVA SERVIZI, l’attuale gestore dell’idrico per molti comuni della provincia.
Per capirsi, l’“IN HOUSE PROVIDING” è un modello di gestione interamente pubblica e gestita direttamente dalle amministrazioni comunali (sono i soci dell’azienda) , il modello va applicato solo e soltanto se viene dimostrato che esso è più efficiente e più economico di qualsiasi altra forma giuridica.
Il modello individuato è l’IN HOUSE a cascata: tre società a capitale interamente pubblico comunale (Viva Servizi S.p.A., Ecofon Conero S.p.A. e Jesiservizi S.p.A.) costituiscono una NewCo consortile che opererà attraverso le aziende consorziate con Vivaservizi, Ecofon e Jesiservi per svolgere il lavoro.
La convenienza economica.
Il primo dubbio sulla convenienza economica sorge per mancanza di documenti ufficiali di indagine istrutturia effettuata dall’ATA2 che deve vigiliare e controllare proprio su questo punto
La relazione dell’ATA2 non illustra il perimetro dei servizi oggetto di comparazione, né la consistenza degli investimenti, dei mezzi, del personale, della tipologia e frequenza delle raccolte, sicché ogni paragone con la NewCo è privo di significato (per maggiori dettagli si veda la Sentenza Cons. Stato, Sez. V, 12 maggio 2016, n. 1900).
Il dubbio dell’effettiva economicità viene rafforzato anche da quando scritto in un documento agli atti come “PEF ATA”. A pagina 7 la voce Costi Generali di Gestione (CGG), voce che comprende i costi di dirigenti ed impiegati non operativi (si veda la delibera 363/21 ed il suo allegato MTR2 di ARERA) che, presumibilmente, sono quelli di Vivaservizi; tali costi aumenteranno di percentuali consistenti nei prossimi anni (si veda la tabella sottostante ripresa direttamente dal documento).
Questo nuovo gestore unico, dunque, sembrerebbe già costare di più e non di meno rispetto alla realtà di oggi con sei gestori oggi attivi.
La miglior efficienza
Questo dubbio sorge nel momento in cui andiamo a cercare di capire come migliorerà l’efficienza del nuovo rispetto al vecchio. In teoria dovrebbe essere semplice: verifico le performance ed i costi per singolo servizio svolto dai vecchi gestori AnconaAmbiente; Jesiservizi; CIS; Astea; Marche Multiservizi e RIECO e li confronto con la nuova NewCo: Vivaservizi, Ecofon e Jesiservizi. Ecco il primo intoppo: Vivaservizi ed Ecofon non hanno mai gestito il servizio rifiuti e dunque come posso compararli per verificarne l’efficienza? Ma soprattutto come ha fatto ATA2 a farlo? Non lo sappiamo.
Ulteriore complicazione viene, dunque, dalla forma societaria: Viva Servizi non ha mai operato nel campo dei rifiuti e perciò dichiara che affitterà (e poi acquisterà) i rami d’azienda di Anconambiente, Sogenus, CIS e Marche Multiservizi Falconara (che però è ricorsa al TAR impugnando la delibera ATA2) di cui nella domanda di candidatura spende i requisiti, mentre Ecofon non è operativa e, perciò, si avvarrà di Astea di cui parimenti spende i requisiti.
In sintesi, se capisco bene, i vecchi gestori andavano cambiati, probabilmente perché non erano sufficientemente competitivi, ma i nuovi gestori operativi sono gli stessi di prima ma con costi maggiori, almeno per i costi di struttura (come descritto al punto precedente per la voce CGG). Ovvio che mi sfugge qualcosa.
Inoltre, per i Comuni serviti ora da RIECO (Arcevia, Barbara, Belvedere Ostrense, Camerano, Castelfidardo, Chiaravalle, Corinaldo, Filottrano, Monsano, Monte San Vito, Montemarciano, Monterado, Morro d’Alba, Ostra, Ostra Vetere, San Marcello, Senigallia e Sirolo) non c’è nessun dettaglio scritto su come gestirli, neanche un semplice piano d’investimento. Per fare un banale esempio: non è scritto con quali mezzi verrà effettuata la raccolta, e né con quali soldi.
Il controllo analogo congiunto
Il controllo analogo congiunto è la situazione in cui l'amministrazione (i comuni soci) esercita, congiuntamente con altre amministrazioni, su una società (la NewCo), un controllo analogo a quello esercitato sui propri servizi. Diventa, dunque, assolutamente importante che tutti i Comuni soci di questa NewCo possano congiuntamente verificare e vigilare che il gestore rispetti tutte le regole della gestione dei rifiuti a tutela dei propri cittadini e del proprio territorio come fa, ad esempio con i tributi. (sostanzialmente conoscere il piano di investimenti e spese per questo servizio- costi e introiti senza perdita per non indebitare le casse comunali)
Il dubbio che il controllo analogo congiunto, condizione necessaria per un’azienda IN HOUSE, possa venire a mancare, mi sorge leggendo il documento di ATA2 “deliberazione n. 23 del 7/12/2022” in cui il modello gestionale descritto è costituito da una società consortile a responsabilità limitata – affidataria in house del servizio pubblico; partecipata al 75% da Viva Servizi, al 12,5% da Ecofon Conero e per il restante 12,5% da Jesiservizi.
Orbene se, in base all’art. 20 dello Statuto della NewCo, “L’assemblea è regolarmente costituita e delibera, sia nella prima che nelle convocazioni successive, con la presenza e il voto favorevole della maggioranza del capitale sociale, come potrà il singolo Comune (es.: Jesi oppure Senigallia o Osimo ecc..) esercitare il controllo analogo e tutelare i diritti dei suoi cittadini? Sembra dunque che per tutte le decisioni (a parte 3 casi particolari) basti il 50% delle quote di capitale, ma Vivaservizi, da sola, ne possiede il 75%.
Gli investimenti
Gli investimenti hanno sempre avuto un’importanza rilevante in questo tipo di progetto in cui i numeri ed i cronoprogrammi la fanno da padrona; in vista delle delibere ARERA, inoltre, (sono uscite due delibere DCO di estrema importanza: 611/22 e 643/22) sarà necessario avere una capacità di investimento, che sia cospicua e ben programmata.
La mancanza del piano economico finanziario potrebbe mettere in crisi i comuni soci e i loro bilanci perché, per questa forma giuridica, ogni perdita, ogni inefficienza ecc. della NewCo dovrà essere ripianata con poste di bilancio comunale, chiaramente a scapito del finanziamento di altre attività (sistemazione strade, attività sociali, asili, mense, ecc..).
Leggendo i documenti protocollati da ATA2 (n. 5534/2022 e 5678/2022) e i relativi allegati, si leggono pagine e pagine di tanti dati, oserei scrivere inutili (di come verrà calcolato il costo dell’investimenti ricopiando, per ogni singola voce semplicemente le modalità di calcolo previste da ARERA MTR-2 ecc..), ma non c’è traccia di un piano degli investimenti o finanziario che sia per poter giustificare un progetto di tale portata (circa € 1.250.000.000,00 in 15 anni).
Per questo motivo, la società Baker Tilly Revisa S.p.A che ha effettuato l’asseverazione (l'asseverazione del Piano Economico Finanziario consiste in tutte quelle analisi volte alla valutazione della capacità di un progetto di generare flussi di cassa adeguati a garantire il rimborso del debito e la remunerazione del capitale di rischio, e quindi la realizzazione dell'opera pubblica), scrive nel suo documento:
“i dati prospettici, essendo basati su ipotesi di eventi futuri e azioni degli organi amministrativi, sono caratterizzati da connaturati elementi di soggettività e da incertezze e, in particolare, dalla rischiosità connessa al fatto che eventi preventivati ed azioni dai quali traggono origine possano non verificarsi, ovvero possano verificarsi in misura diversa da quella prospettata. Tale rischio risulta particolarmente elevato nel contesto socio-economico di riferimento, a causa delle incertezze connesse alle significative variazioni in corso nella disponibilità e nei prezzi delle fonti energetiche e delle materie prime e nella volatilità dei tassi di interesse e del tasso di inflazione. Pertanto, gli scostamenti fra valori consuntivi e valori preventivati nel Piano potrebbero essere significativi. Ciò anche qualora gli eventi previsti nell'ambito delle assunzioni ipotetiche, descritte in sintesi al paragrafo 2, si manifestassero”.
Dunque, se la scelta della gestione in house avviene sulla base di un Piano Economico Finanziario la cui attendibilità non è garantita e anzi è messa in discussione dalla stessa società che (formalmente) lo assevera, dovrebbe fa correre dei brividi lungo la schiena ai dirigenti comunali.
L’applicazione della tariffa puntuale corrispettiva
Questo punto specifico meriterebbe un articolo a sé stante ma, mi limito a fare alcune considerazioni in merito:
Prima di tutto la potestà di scegliere se passare a tariffa corrispettiva è di sola competenza del singolo Comune (Consiglio Comunale per la precisione), come previsto dalla Legge 147/13, commi 651 – 652 – 667
– 668. Dunque, ATA2 e VIVASERVIZI non potranno applicarla in modo autonomo come descritto nel documento (questo evidenzia anche una mancanza di competenze di base).
La tariffa puntuale corrispettiva funziona solo in presenza di impianti (biodigestore, termovalorizzatore, riciclaggio plastica, vetro, ecc.) (completamente assenti nella nostra Provincia e Regione), altrimenti è semplicemente un ulteriore costo senza benefici.
Non vengono descritti gli investimenti da effettuare per attuare la nuova misurazione puntuale dei rifiuti: si tenga presente che, ad esempio, per un Comune delle dimensioni di Jesi servono circa € 250.000,00 per aggiornare (il cosiddetto revamping) il sistema di raccolta passando da TARI a Tariffa puntuale corrispettiva
Considerazioni su imparzialità di ATA2
Lo Statuto della NewCo prevede un’ingerenza dell’ATA nel controllo analogo. Ad esempio: - l’art. 11.7 stabilisce che “La funzione di controllo analogo sull’attività della società, di cui al presente Statuto, è intesa come controllo analogo a quello che l’ATA e gli enti locali che partecipano all’ATA esercitano sui propri servizi, vale a dire come capacità di esercitare un’influenza determinante sia sugli obiettivi strategici che sulle decisioni significative della società. Il Comitato è preposto a verificare che la società operi coerentemente e si conformi agli indirizzi e alle direttive stabilite dall’Assemblea dell’ATA per il raggiungimento degli scopi sociali nonché agli obiettivi e livelli quantitativi e qualitativi stabiliti dal contratto di servizio”; mentre l’art. 11.2, lett. i) prevede che la bozza del bilancio della NewCo “deve comunque essere trasmessa in via preliminare all’Assemblea dell’ATA”.
La riflessione che mi viene mente è che tali atti non spiegano come questa ingerenza dell’ATA nel controllo analogo si coordini con le competenze nella stessa materia del Comitato e dell’Assemblea della NewCo: ne deriva una grave confusione.
Infatti, ATA2 non può svolgere alcuna funzione di controllo analogo. Sul punto è chiarissimo l’art. 1, comma 2, lett. a) della Convenzione: “La costituzione dell'ATA è intesa ad assicurare l'esercizio in forma integrata delle funzioni comunali in tema di gestione dei rifiuti ed in particolare: l’unità di governo del servizio nell' ATO, separando le funzioni di governo da quelle di gestione del servizio”. Nello stesso senso è l’art. 1, comma 3, lett. a) dello Statuto dell’ATA.
A questo punto, anche noi del GRE Marche abbiamo qualche dubbio, ma non essendo esperti in materia come invece lo è il Dott. Quercetti, cercheremo di capirci di più e meglio, continuando a mettere il nostro impegno a sostegno di un ambiente da salvaguardare in tutte le sue forme, anche quelle più spinose, che non si possono evitare tipo i rifiuti.
Il presidente GRE MARCHE
Angela Gambella