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Tonno rosso, quale futuro?
Di Alex (del 14/09/2012 @ 20:09:18, in News, linkato 3311 volte)

In un delicato periodo come quello che stiamo affrontando sotto tutti i punti di vista, sociale, economico ed ambientale credo dobbiamo essere più responsabili nelle azioni che facciamo ogni giorno.
In tale ottica non sembra andare la battuta di pesca organizzata dall’Adriatic Intn’l Sportfishing Tournament ad Ancona per il 14-15-16 Settembre presso il locale degli Amici del mare di Ancona a Marina Dorica.
Per l’evento è previsto l’arrivo di squadre da tutto il mondo , essendo questa un’anteprima nazionale di pesca al Tonno rosso nelle acque dell’Adriatico.
Tale iniziativa prevede un contest (competizione) di pesca ai tonni rossi tramite la tecnica dello Spinning ed il successivo rilascio in vivo dell’animale (tecnica conosciuta come catch&release).
Competizione permessa grazie alla modifica apportata con Decreto Ministeriale 19 Giugno 2012 che autorizzano la pesca Catch&Release del tonno indipendentemente dalla disponibilità di quote per la pesca ricreativa, dal periodo di chiusura e dalla organizzazione di manifestazioni agonistiche.
 La grande novità è che ora è permesso per i pescatori ricreativi autorizzati alla pesca del tonno rosso, indirizzare la loro pesca a questa specie durante tutto l’anno, fatto salvo l’obbligo di rilascio delle catture.
E il periodo riproduttivo? Ci sarebbe questo aspetto molto delicato da considerare e che invece non viene affatto menzionato. Sì perché si dà il caso che la natura abbia dei cicli che sono interdipendenti e quindi anche la maturazione gonadica delle specie ittiche dipende da cofattori quali ad esempio la temperatura dell’acqua.
E l'acqua del mare Adriatico durante la primavera, ufficialmente la loro stagione riproduttiva, si è mantenuta insolitamente fredda date le abbondanti nevicate invernali e le incursioni di aria fredda a maggio che hanno fatto scendere le temperature medie anche di 6° sotto la norma.
Dunque solo da giugno la temperatura del mare si e' portata sui 24°C, temperatura necessaria per la maturazione gonadica e quindi l’inizio del loro periodo riproduttivo.
Certo è invece, che lo stress da pesca ha effetti notevoli sulla riproduzione, con il conseguente mancato rilascio delle uova in mare.
 «Cambiano i nomi ma non la sostanza. Dietro l’eufemismo catch&release (cattura e libera) si nascondono le stesse crudeltà della pesca tradizionale. Recenti studi scientifici infatti, tra cui quello dell’università Macquarie di Sydney o del Comitato di Bioetica norvegese, hanno infatti dimostrato che la cattura all’amo dei pesci e la loro successiva restituzione alle acque non è meno dannosa, per la salute degli animali, al punto da provocarne spesso la morte». Lo fa sapere l’Ente protezione animali (Enpa) a proposito dei Giochi mondiali di pesca sportiva.
«Pensare che i pesci non siano animali intelligenti è un errore tanto grave quanto grossolano – spiega il direttore scientifico dell’Enpa, Ilaria Ferri. Alcune specie hanno addirittura capacità cognitive uguali se non superiori a quelle di alcuni primati».

«Quando abboccano all’amo, i pesci vengono sottoposti a un’intensa forma di stress psicologico – sottolinea – causato non soltanto dal dolore fisico ma anche dal non riuscire a comprendere cosa gli stia effettivamente capitando. Per non parlare poi del soffocamento provocato dall’eradicazione dal loro ambiente naturale. Per loro l’acqua – continua – è tanto vitale quanto lo è per noi l’aria».
Tanta crudeltà e senza nemmeno l’attenuante della ricerca di cibo.

I Gre delle Marche sottolineano come sia le ferite causate dall’amo sia quelle provocate dagli stessi pescatori nel tentativo di rimuoverlo spesso risultino anche letali. «Il contatto con le mani del pescatore altera spesso irrimediabilmente – prosegue la nota dell’Enpa – lo strato protettivo che ne ricopre le squame; … Il risultato è sempre lo stesso: inducono nell’animale un atroce stato di sofferenza».»
Ed il fatto che l’industria della pesca abbia sviluppato ami, cosiddetti, cruelty free avvalora, semmai ce ne fosse bisogno, la tesi secondo cui questa pratica risulti assolutamente crudele.
Senza contare i danni causati anche ad altre specie animali che possono venire in contatto con gli ami o con i materiali usati per il catch&release. «Della pesca sportiva non si sente proprio il bisogno – conclude Ferri – a meno che non si voglia assestare un colpo mortale alla biodiversità del pianeta già gravemente minacciata dalle attività umane».
Il tempo di cattura prolungato può provocare esaurimento fisico caratterizzato da acidosi marcata e da  altre risposte fisiologiche negative.  Alcune  conseguenze dello stress causato dal C&R, anche se in modo non uniforme nelle diverse specie, possono essere:  riduzione della crescita, compromissione del successo riproduttivo e aumentata suscettibilità alle malattie ed agli agenti patogeni.
Quando i pesci vengono catturati e recuperati rapidamente da acque profonde subiscono lesioni da depressurizzazione (barotrauma). Volendo  rilasciare pesci pescati in profondità occorre recuperarli lentamente, per farli acclimatare alla differente pressione che c’è tra la profondità in cui  sono  stati pescati e la superficie.
Il successo del rilascio dipende anche dalla temperatura. La mortalità è maggiore con temperature molto basse o molto alte e con l’esposizione all'aria quando questa abbia una temperatura molto diversa da quella dell'acqua. L'esposizione all'aria deve essere in ogni modo minimizzata così come i tempi di recupero del pesce catturato.
La nostra temperatura corporea è di gran lunga superiore a quella dei pesci ed il nostro sudore particolarmente acido: questo potrebbe indurre la formazioni di ulcere, successivo focolaio di infezioni, favorendo inoltre il contagio di batteri e miceti saprofiti che  possono essere patogeni per i pesci.
C’è dunque da porsi un interrogativo etico sul risvolto materiale di tali iniziative riguardo l’impatto che hanno sulla biodiversità marina e degli ecosistemi acquatici.
Tanto più che il Governo italiano nel 2010, appoggiava la decisione del Parlamento europeo di inserire il tonno rosso nella lista delle specie protette dalla Convenzione dell’Onu per fauna e flora selvatiche in via di estinzione.
Alessandro Neri per I Gre delle Marche

Fonti :
Decreto Ministeriale : http://www.pescaricreativa.org/docs/lexit/DM19062012.pdf
Empa : http://www3.lastampa.it/lazampa/articolo/lstp/418467/
Pescaricreativa : http://www.pescaricreativa.org/notizie/articoli/item/214-catch-release.html
Guida Catch & Release : http://www.pescaricreativa.org/docs/BFT/guidaCR.pdf